"Assertori della Italica Virtù per la Patria più Gloriosa e Grande nella Guerra di Libertà e Redenzione Eroicamente Pugnando S’Immolarono”
La frase è leggibile su una delle facciate principali di Palazzo Moles dove è apposta un’antica lapide datata MCMXVIII che ricorda i caduti della Grande Guerra del 1915-18.
Garaguso diede alla Patria undici dei suoi figli, ma il paese non fu direttamente coinvolto negli eventi bellici.
Accadde tuttavia che il Governo dell’epoca mandò, proprio a Garaguso, alcuni giovani prigionieri austriaci che furono ricoverati al piano terra di Palazzo Moles, sorvegliati giorno e notte dai Carabinieri.
Il dott. Vito Moles fu incaricato di curare la salute di questi giovani “nemici” che spesso venivano utilizzati dai compaesani, che ne avessero avuto bisogno, come manodopera in campagna o nella ristrutturazione di qualche casa in paese. Loro, d’altra parte, si prestavano volentieri, contraccambiando così l’ospitalità.
La comunità di Garaguso, avendo anch’essa figli in guerra, evidenziò alto senso civico e tolleranza verso i prigionieri che spesso venivano visti rientrare dalle campagne con fagotti pieni di provviste.